da Sodapop "La serie Murmured Poetry è un interessante progetto della Under My Bed che affida a tre gruppi una poesia, chiedendo di darne due interpretazioni: una che utilizzi le parole come testo e una strumentale che ne interpreti significato e atmosfere. Una formula abbastanza restrittiva, ma anche un gioco dove ogni band è chiamata a farsi forte delle restrizioni imposte, permettendo poi all'ascoltatore di confrontare i risultati. Perso colpevolmente il primo capitolo, dedicato a Sylvia Plath, cerchiamo di rifarci con questo basato sul poema Safe In They Alabaster Chambers di Emily Dickinson. In realtà il confronto è reso difficile dalle differenze stilistiche fra le proposte e il giudizio sarà probabilmente più dovuto ai gusti musicali di ciascuno, ma come vedremo il disco si presta anche a un altro tipo di fruizione. L'americana Jennifer Jo Oakley, col nome di Empty Vessel Music, sceglie un taglio folk cameristico, cantando con voce celestiale su una base di chitarra acustica e archi: non siamo lontani dalle atmosfere delle Amber Asylum. Ancor più toccante è tuttavia il brano strumentale, dove alle corde vocali si sostituisce il flauto, raggiungendo un pathos notevole. Armato di chitarra elettrica e un po' di elettronica si presenta l'italiano Apash Twenty Twelve, che opta per un approccio più tradizionale, recitando con voce doppiata su una base strumentale fra minimalismo e post-rock, con qualche inserto rumoroso sul finale, che prevarrà poi nel secondo brano, allontanandosi un po' dalle atmosfere malinconiche che il concept sembrerebbe suggerire. Ancora diversa la proposta del progetto serbo Magnetic Poetry, costruito con suoni elettronici e field recordings e con il testo, recitato da una voce femminile, rimontato liberamente, mentre nel secondo capitolo sembra mettere in scena, fra tocchi di piano e rumore sintetico, la disgregazione delle camere di alabastro. In fin dei conti, sebbene le proposte siano variegate, il disco è dotato di una struttura coerente che suggerisce un ascolto in continuum lungo un percorso che va dalla melodia al rumore, fino alla dissoluzione finale, un'appendice felice e coerente alla poesia originale." [Emiliano Zanotti] da SandZine "Si viene quasi travolti dalla voce eterea in pieno stile 4AD dell'incipit di questo disco: è Jennifer Jo Oakley, in arte Empty Vessel Music, che sulle note di una chitarra acustica pizzicata canta tra i riverberi le severe parole della poetessa Emily Dickinson, trait d'union di tutti i brani di questa che non si può riduttivamente definire una compilation. Il concept, secondo volume di una serie chiamata 'murmured poetry' lanciata dal nostro My Dear Killer, qui in sola veste di titolare dell'etichetta Under My Bed (vd. intervista dello scorso anno), vuole appunto delle interpretazioni di poesie da parte di pochi ma ben selezionati artisti, accompagnate poi a brani strumentali. Il Nostro ama le simmetrie, evidentemente: qui tre artisti e sei tracce, in passato cinque brani a testa nella serie invece dei "Cinque pezzi facili" (vd. recensione dei Morose con i Campofame - www.sands-zine.com/recensioni). Accompagnano qui l'americana gli italiani Apash Twenty Twelve, forse i meno interessanti del lotto con i loro rumorismi preceduti dallo spoken word su chitarra elettrica minimale, e infine l'ex cantante dei serbi Mesta - ora a nome Magnetic Poetry - il cui brano strumentale di chiusura è una piccola gemma di malinconica cupezza in odore di Labradford. Un disco è un oggetto prezioso e desiderabile anche grazie al confezionamento a base di carta lucida (tipo alabastro, appunto) con un dipinto della stessa Oakley in copertina. Forse non è per tutti vista l'aura decisamente poco allegra del progetto, ma per chi scrive questo è un punto a favore." [Matteo Uggeri] da SentireAscoltare "Su tutt’altri lidi si muove invece Safe In Their Alabaster Chambers, il three-way split tra Empty Vessel Music, Apash Twenty Twelve e Magnetic Poetry pubblicato dalla Under My Bed in splendida edizione assemblata a mano tra trasparenze, sovrapposizioni e carta velina che svelano molto ma non tutto del contenuto. Ispirata dalla poesia della Dickinson che la intitola, questa raccolta affida due “canzoni”, che in realtà sono interpretazioni, a gruppo ma in realtà sembra realmente vivere dello stesso humus, sonoro ma soprattutto come immaginario e atmosfere. Malinconia a nastro, strimpellare di chitarre acustiche, ora sognanti ora più emotivamente instabili e rotte da incursioni rumorose, disturbi elettrostatici, pulviscolo sonoro, voci cristalline nel loro far trasparire una disperazione di fondo (penso all’americana Jenninfer Jo Oakley in arte Empty Vessel Music) in un piccolo gioiellino che si rifiuta di aprirsi al mondo preferendo rimanere in penombra, in una stanza d’alabastro." [Stefano Pifferi] da The New Noise "Tre nomi riuniti in un solo disco per re-interpretare una delle innumerevoli poesie di Emily Dickinson, figura che tutti (si spera) conoscono e che viene ricordata come una delle autrici più appartate della letteratura statunitense di fine Ottocento. Volendo semplificare, le doppie tracce hanno tutte un filo conduttore "estetico" (e nel mood e nelle atmosfere, certamente). L'apertura è per la marcetta sacrale di Empty Vessel Music (la statunitense Jennifer Jo Oakley) e si prosegue con pacata leggiadria lungo lo stesso sentiero. L'italiano Apash Twenty Twelve devia verso una sorta di ambient pop piuttosto efficace (aleggia lo spirito dei Brightblack Morning Light) e fa centro; lo dimostra ancora di più quando in "Untouched By Morning" si fa carico delle ugge liriche della Dickinson, sublimandole in una stranita suite quasi electro-dark. Magnetic Poetry (dentro ci sono membri della band serba Mesta), invece, prova a rileggere diciamo in maniera più "oggettiva" quelle composizioni, infarcendole di suoni d'ambiente e "detriti" che sono degno accompagnamento di una deriva, musicale (specie nella lunga seconda traccia) e della parola. Questo è un lavoro consigliato a tutti coloro che non si accontentano solo di "ascoltarla", la musica." [Maurizio Inchingoli] da RockIt "Safe in Their Alabaster Chambers" è un tributo alla poetessa americana Emily Dickinson. Sei tracce, tre gruppi provenienti da luoghi diversissimi e lontanissimi (Stati Uniti-Serbia-Italia ), accomunati solamente da una singolare attitudine intimista e ovviamente dall'interpretazione dell'omonima poesia presente in questo lavoro. I due pezzi di Apash 2012 mostrano tutto il suo consolidato talento nel creare melodie ispirate e minimaliste. Le tracce funzionano grazie ad accorgimenti poveri e pochi suoni basici. Una chitarra appena toccata, qualche rumorismo ricavato da utensili da cucina e una voce delicata ma decisa, sono gli elementi utilizzati per creare pochi minuti inondati di contemplativa solitudine. L'assenza studiata di qualsiasi elemento superfluo rende i due pezzi di una bellezza quasi ecumenica, da ascoltare in un religioso silenzio. Nulla è lasciato al caso ed è l'ulteriore conferma che quando c'è il talento non servono peripezie particolari. Un'altra prova significativa per Fabio Armando Patini" [Chiara Angius] |